sabato 16 giugno 2018

Stille di memoria

Prefazione

L'amore profondo per le proprie radici, l'orgoglio di appartenere ad una terra tanto bella quanto misconosciuta, se non maltrattata, dai suoi stessi abitanti.  Sono questi, i sentimenti che accompagneranno il lettore durante il suo viaggio alla scoperta dell'Abruzzo, in tutte le sue sfumature di natura e cultura: la vita agreste, la montagna, il mare, la città moderna, la tradizione popolare che si ostina a mantenersi vitale. Un viaggio attraverso i luoghi cari alla scrittrice, le bellezze artistiche e naturalistiche della regione, ma soprattutto attraverso il tempo, per rivivere l'Abruzzo dei nostri nonni, quando nell'acqua del mare si bagnava il pane.  Un viaggio in cui conosceremo (e riconosceremo) personaggi in via di estinzione, rituali religiosi in bilico tra il sacro e il profano, un'eredità dannunziana di amore e abbandono, la famiglia patriarcale, i colori, gli odori, i sapori di una volta.  In ogni racconto esplodono immediati e straordinari i contrasti tra il passato e il presente, tra il paese e la città. Questo viaggio nella memoria non può che compiersi attraverso la lingua dei nostri nonni, il dialetto. Lo sguardo, al fondo, è malinconico, ma in ogni riflessione c'è un guizzo delicato di ironia, un risvolto comico inatteso. È il potere del dialetto, così sapientemente declinato. Nessun altro codice ha uguale forza espressiva, uguale duttilità. I nomi, i verbi, gli aggettivi, perfino
gli articoli: tutte le forme dialettali abruzzesi sintetizzano un intero universo di gesti, immagini e suoni che ci appaiono familiari e, allo stesso tempo, prepotentemente anacronistici. Raccontano un mondo che sopravvive o non esiste più. Dipingono con disarmante efficacia i vizi e le virtù di un popolo, nel ridicolo della caricatura o nella tenerezza del ricordo.
Lo sguardo, al fondo, è malinconico, ma in ogni riflessione c'è un guizzo delicato di ironia, un risvolto comico inatteso.   Silvia Ciampoli

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